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Il rilancio del regime sanitario europeo e il rinvio di quello italiano



Gli ambienti medici, politici ed economici responsabili e anticonformisti hanno evidenziato che la pandemia cinese sta diminuendo in gravità, per cui le drastiche misure prese da molti Stati devono essere sostituite da altre che favoriscano la fiducia popolare e il ritorno alla vita civile.

Il rilancio europeo del "sanitariamente corretto"

Tuttavia, alcuni autorevoli pronunciamenti della eurocrazia di Bruxelles hanno prospettato un futuro scenario che rilancia la preparazione di un regime sanitario liberticida e repressivo.
Ad esempio, Davide Sassoli (PD), presidente del Parlamento Europeo, nel suo discorso di apertura per la settimana europea dei Parlamenti (22-2-2021), ha detto che la pandemia finirà solo quando verrà compiuta quella "transizione ecologica" che correggerà il sistema economico del capitalismo occidentale, il quale si ostina ad organizzare attività produttive inquinanti e sfruttatrici della natura, alimentando così stili di vita "borghesi, consumisti e spreconi" e favorendo le disuguaglianze sociali.
Inoltre, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, in una intervista rilasciata al Financial Times (28-2-2021), ha affermato che «stiamo entrando in un’epoca di pandemia permanente», per cui «l’Europa deve prepararsi alle prossime possibili pandemie», le quali esigeranno una parallela «emergenza sanitaria permanente».
Per giunta, Mario Monti, presidente della Commissione Pan-Europea sulla Salute e lo Sviluppo Sostenibile, il 16-3-2011 ha reso pubblico un documento, intitolato Ripensare la politica: le priorità alla luce delle pandemie (si noti questo plurale), nel quale si chiede agli Stati di cedere la loro sovranità in campo sanitario a un organismo europeo, guidato da una sorta di comitato tecnico-scientifico capace d’instaurare una politica sanitaria continentale.
Queste prese di posizione confermano che l’Unione Europea continua ad approfittarsi della pandemia per alimentare la "panico-endemia" (come giustamente è stata chiamata). Questa paura generale, con le conseguenti imposizioni sanitarie ed economiche, rimane necessaria per imporre alle nazioni l’esperimento sociale globale noto come "Grande Azzeramento" (Great Reset), finalizzato a ottenere i "risultati globali" (Global Goals) previsti dall’O.N.U. per realizzare la "rivoluzione ecologica permanente" auspicata dai centri globalisti di potere culturale, politico ed economico.

Come nel cielo europeo, così anche sulla terra italiana.

Nella sua riunione del 12 marzo scorso, il Consiglio dei Ministri ha confermato molti dei passati provvedimenti restrittivi delle libertà costituzionali, sostenendo ch’essi sono necessari per evitare «futuri provvedimenti ancora più stringenti». Successivamente, il Ministero della Salute ha chiesto e ottenuto dalla Magistratura la conferma del divieto imposto ai medici di curare il CoViD-19 con i farmaci ordinari, per cui la sola cura ammessa dallo Stato rimane quella preventiva affidata ai problematici vaccini.
Del resto, se "siamo in guerra contro il nemico virale", i provvedimenti di mobilitazione coercitiva diventano giustificati. C’è da temere che i cittadini renitenti alla leva vaccinale saranno puniti come imboscati o disertori a norma del "codice sanitario di guerra".
E’ significativo che la gestione della vaccinazione di massa sia stata affidata non a un medico ma a un generale degli Alpini, nella prospettiva di renderla obbligatoria manu militari. Inoltre, da circolari ministeriali risulta che il Governo ha mobilitato la Protezione Civile per costruire in ogni Regione "villaggi di emergenza" destinati a ricoverare in isolamento, non terremotati o immigrati, ma sospetti malati o cittadini refrattari per passarvi la quarantena o per subirvi "trattamenti sanitari obbligatori".
Tutto ciò dimostra che il nuovo Governo Draghi prosegue la disastrosa politica imposta dal vecchio Governo Conte; la propaganda e l’imposizione del "sanitariamente corretto" continueranno indefinitamente. Il potere esecutivo è impegnato non tanto nella guerra al virus, quanto nella guerra psicologica rivoluzionaria, finalizzata a imporre al popolo un regime politico basato sulla paura, sulla negazione dei diritti civili e sul rifiuto di una soluzione alternativa.

Il rinvio del regime sanitario italiano

Si potrebbe obiettare che, recentemente, il Capo del Governo ha annunciato che concederà una certa qual permissione della libertà di spostamento, riunione, produzione, commercio, insegnamento e turismo.
In realtà, quella annunciata è una liberalizzazione minimale, condizionata e revocabile da un diktat europeo, dunque insufficiente a riparare i danni sanitari, psicologici ed economici, sia quelli provocati dal Governo passato, sia quelli prevedibili nell’imminente futuro.
Franco Bechis, direttore di un noto quotidiano moderato, ha giustamente scritto: "L’unica cosa che avrebbe dovuto fare il Governo di Mario Draghi è colpevolmente mancata in questo mese; ne avremo danni evitabilissimi. Bisognava annunciare il ritorno alla vita normale e la fine delle limitazioni alle libertà individuali a una data certa. Non lo si è fatto, a differenza di altri Paesi" (Il Tempo, 17-5-2021).
Comunque sia, bisogna capire che queste concessioni governative sono dovute non a un miglioramento dei parametri epidemiologici né a un rinsavimento dei ministri competenti; esse sono dovute alla crescente protesta pubblica di alcune tra le categorie più colpite dai provvedimenti statali, le quali hanno ricevuto perfino l’appoggio di qualche magistrato e la solidarietà di un noto sindacato della Polizia.
Questa protesta viene minimizzata o ridicolizzata dai mass-media, ma viene osservata con preoccupazione dal potere esecutivo, il quale riesce a contenerla ma non osa reprimerla. Pertanto, le autorità politiche hanno preferito fare un passo indietro, nella speranza di ammansire gli animi e riprendere il pieno controllo della situazione. Per contro, noi abbiamo il dovere di mantenere la vigilanza e di accrescere la protesta, per evitare la ripresa dei provvedimenti liberticidi dell’anno scorso. L’instaurazione del regime sanitario è soltanto rinviata a una prossima ondata.

20 maggio 2021 – Festa di San Bernardino da Siena



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