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Alla radice della "cultura della morte":
Marco Pannella e il suo Partito Radicale



In memoria di Claudio e Fabio Bernabei,
amici precocemente scomparsi,
difensori della Cristianità
dalla offensiva radicale




Le origini del PR

È impossibile capire la profonda rivoluzione dei costumi, avvenuta in Italia a partire dagli anni Sessanta, senza fare riferimento all’azione propagandistica, sociale e politica intrapresa dal Partito Radicale (da ora in poi: PR).

Il PR si chiama così perché s’inspira al PR risorgimentale di "sinistra liberale" promosso da Felice Cavallotti e Agostino Bertani, noti massoni e anticlericali. Le radici lontane del PR furono nel movimento per un "socialismo liberale" , avviato da Gobetti e dei fratelli Rosselli tra le due guerre mondiali, poi costituitosi nell’effimero Partito d’Azione. Le radici prossime del PR furono nel circolo intellettuale riunito intorno alla nota rivista Il Mondo, diretta da Mario Pannunzio e animata da personalità come Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Riccardo Bauer.

Il 5 febbraio 1956, 32 consiglieri nazionali usciti dal PLI costituirono il Partito Radicale dei Liberali e Democratici Italiani (PRLDI) che, come simbolo ufficioso, scelse il vecchio "berretto frigio" dei giacobini francesi. Fra i promotori, oltre ai citati Pannunzio e Rossi, ci furono altre personalità come gli storici Leo Valiani e Aldo Garosci, il filosofo Guido Calogero, l’architetto Bruno Zevi. A loro si unirono poi giovani rampanti come gli attivisti Marco Pannella e Franco Roccella, i giuristi Paolo Ungari e Stefano Rodotà, lo storico Piero Craveri, il linguista Tullio De Mauro, il politologo Massimo Teodori, i giornalisti Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi, il musicologo Massimo Mila, gli attori Arnoldo Foà e Giorgio Albertazzi.

Tuttavia, tra il 1958 e il 1964, il nucleo intellettuale proveniente dalla rivista Il Mondo uscì dal PRLDI per collaborare col PRI e col PSI. Nel PR rimasero solo 100 iscritti che si riorganizzarono intorno alla personalità carismatica del giovane Pannella.

Giacinto Pannella (detto Marco) nacque a Teramo il 2 maggio 1930 da famiglia borghese della imprenditoria agraria; a scuola fu educato secondo il metodo Montessori. Pur avendo convissuto a lungo con una ginecologa, nel 1980 Pannella ammise di essere bisessuale e di avere avuto come amanti alcuni giovani da lui introdotti ai vertici del PR e avviati alla carriera politica. Pannella morì 19 maggio 2016, con la benedizione del Dalai Lama e con l’assistenza di mons. Paglia, ma i funerali celebrati furono civili.

Ideologia del PR

Per il PR, l’uomo è buono per natura e quindi ha diritto di pensare, volere e agire liberamente, senza legami né obblighi;
se viene lasciato libero di espandersi spontaneamente, egli può fare solo il bene, essere socievole e favorire la pace. Di conseguenza, bisogna che gli uomini siano lasciati liberi di agire secondo i loro impulsi e interessi; "vietato vietare".

Il PR presuppone una concezione dell’individuo come mero coacervo di pulsioni emotive ed erotiche che devono essere liberamente e pienamente soddisfatte, altrimenti si sfogano nella violenza; la ragione deve porsi al servizio della volontà arbitraria e questa al servizio degl’istinti primari della vita animale.

Secondo Pannella, "nessuno dev’essere oppresso da un altro, ma nemmeno dev’essere difeso da un altro" o dalla società; se il più forte vince, è perché ha saputo imporsi; se il più debole soccombe, è perché non ha saputo difendersi; così ha stabilito la natura e così deve funzionare la società. Qui si notano le origini nell’illuminismo sadiano (marchese de Sade) e nell’evoluzionismo sociale (Darwin).

Per il PR, la società è una costruzione innaturale e arbitraria, è un male minore che può essere tollerato solo se vieta per legge ogni forma d’imposizione e repressione e favorisce l’assoluta libertà individuale; altrimenti è una società "fascista". Il male non sta nel peccato o nel reato compiuto dall’individuo, ma nella loro repressione punitiva effettuata dalle autorità e dalle istituzioni sociali (famiglia, scuola, professione, polizia, esercito, Stato, Chiesa).

Come si vede, il PR è il più noto movimento politico italiano fautore della "quarta rivoluzione", cioè della rivoluzione compiuta in interiore homine e nella vita quotidiana, compresa quella familiare e sessuale.

Programma del PR

L’azione del PR mirava a "riformare" la vita sociale e le istituzioni politiche per renderle più adeguate allo spirito antifascista che ha animato la Resistenza; questo spirito suggerirebbe un programma ufficialmente definito come "liberista, libertario e libertino".

Le campagne del PR si scagliavano contro la partitocrazia, contro gli ordini professionali e i monopoli economici, contro il controllo statale delle comunicazioni, contro il militarismo, il "familismo" e il "sessismo", soprattutto contro lo spirito "autoritario e clericale". Ma il suo vero nemico sono stati i ceti medi, particolarmente la piccola borghesia "moralista, sessuofoba, bigotta e retriva" che caratterizzò gli anni del secondo dopoguerra ed ebbe il proprio referente politico nella DC.

Il programma politico del PR di quei decenni puntava nel secolarizzare e laicizzare la vita pubblica, liberare lo Stato e le istituzioni dagli obblighi verso la religione, abolire l’insegnamento cattolico nelle scuole, abolire la fiscalità favorevole alla Chiesa, vietare alla Chiesa di gestire banche e di possedere patrimonio immobiliare, abolire il "Concordato fascista" tra Stato e Chiesa Cattolica al fine di realizzare la piena libertà di culto e la parità di tutte le Chiese.

Pur fingendosi non ostile al Cristianesimo, la politica del PR verso il mondo cattolico mirava dichiaratamente a "far esplodere le contraddizioni insite tra il cittadino e il cristiano", in modo che la" coscienza laica e democratica" prevalesse sulla fede del credente.

Strategia del PR

Il metodo di Pannella consistette in una singolare mescolanza di propaganda menzognera, metodologia fantasiosa, manifestazioni provocatorie, dialettica politica spregiudicata e prevaricazione al potere.


La politica radicale si fece forza delle proprie lampanti contraddizioni. Ad esempio: contrasto tra intransigenza ideologica e pratiche compromissorie, tra rigorismo morale e libertà sessuale, tra spontaneismo di base e dirigismo di vertice, tra propaganda pauperista e avidità di finanziamenti, tra vittimismo e arroganza, tra pacifismo non-violento e aggressività verso oppositori.

Soprattutto, colpisce l’alternanza tra l’incitare a violare le leggi che si vogliono abolire e l’imporre obbedienza alle leggi che si è riusciti a far approvare. Al riguardo, il PR usa la tattica di violare platealmente le leggi che vuole cambiare, in modo prima da costringere la Magistratura a intervenire facendo così pubblicità alle provocazioni radicali, poi da spingere la politica a intromettersi proponendo soluzioni di compromesso che favoriscono la propaganda radicale.

Bisogna notare l’abilità del PR nell’usare tutti i mezzi di comunicazione, anche quelli degli avversari, per fare propaganda mediante slogan fuorvianti, dati inventati e analisi fasulle. A questo scopo, dimostrando una certa abilità imprenditoriale, il PR fondò Tele Roma 56, una delle prime televisioni private (che sarò venduta a un gruppo imprenditoriale), poi fondò Radio Radicale (che diventerà Radio Parlamento) e Agorà Telematica, uno dei primi internet service provider in Italia.

Bisogna notare anche l’abilità del PR nell’approfittarsi di tutte le occasioni e, se non ci sono, di suscitarne alcune al fine di strumentalizzarle per i propri fini. In particolare, si noti l’abilità nel propagandare casi umani anormali ed estremi (i cosiddetti "casi pietosi") per favorire l’abolizione della normalità e delle regole sociali e morali tradizionali.

Dimostrando opportunismo e cinismo, Pannella di volta in volta si alleò ai partiti che gli erano utili per ottenere finanziamenti, visibilità, posti elettorali e incarichi di governo, per poi abbandonare quegli alleati quando non servivano più. In questo modo, pur essendo un "non-partito", il PR s’impegnò sempre più in politica e lo stesso Pannella fu stato deputato alla Camera per 4 legislature (dal 1976 al 1992), poi europarlamentare per 6 legislature.
Campagne del PR per i "diritti civili"

Prima ancora ch’esplodesse il Sessantotto, Pannella iniziò a impegnarsi nel creare un fronte partitico laicista (dal PLI al PCI) per legalizzare i "diritti civili" e tramite questi avviare un processo di più radicali riforme.

Dal suo Congresso del 1966, il PR lanciò l’attacco metodico e sistematico alla tutela legale della famiglia: si trattava di abolire il reato di adulterio, l’indissolubilità matrimoniale, l’autorità genitoriale ed "educazione repressiva" dei figli, ma si trattava anche di favorire la libertà sessuale per tutti, minori e bambini compresi.

Mentre PCI e PSI volevano sovvertire tutto partendo da una riforma globale del diritto di famiglia da approvare in Parlamento, Pannella puntò ad avviare un graduale processo di riforme mobilitando irregolari e scontenti mediante referendum popolari, partendo da quello per il divorzio. Il PR si fece la fama del partito che, pur restando estraneo alla dialettica parlamentare, avviava una rivoluzione politica con la contestazione simbolica, la mobilitazione pubblica e la propaganda mass-mediatica.

La campagna del PR per la legalizzazione del divorzio fu avviata nel 1966, quando Mauro Mellini fondò la Lega Italiana per il Divorzio (L.I.D.). Questa campagna fu appoggiata dalla stampa pornografica allora neonata (come le riviste Playboy, ABC e Men), soprattutto quella diffusa dal gruppo editoriale Tattilo legato al PSI. La legge divorzista fu approvata dal Parlamento nel 1970, grazie a un impegno compromissorio occultamente concordato dai partiti progressisti con il Governo democristiano e con la C.E.I.

La campagna per liberalizzare la contraccezione e favorire la denatalità fu preparata dal sessuologo radicale Luigi De Marchi, discepolo dello psicologo Wilhelm Reich, quando nel 1969 fondò l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica (A.I.E.D.). Pannella fece propria la nota posizione di Pasolini, secondo cui "far nascere nuovi uomini è un tentativo di assassinare l’umanità sovrappopolata".

La campagna per liberalizzare l’aborto iniziò nel 1973, con la nascita del Centro d’Informazione sulla Sterilizzazione e sull’Aborto (C.I.S.A.), promosso dalle radicali Adele Faccio ed Emma Bonino, le quali praticarono pubblicamente l’aborto come provocatoria "disobbedienza civile", finendo arrestate ma poi rilasciate dalla Magistratura. Nel 1975, Pannella promosse la Lega 18 Maggio, per ottenere un referendum che cancellasse il divieto di aborto. Il settimanale l’Espresso pubblicizzò l’iniziativa con la famosa foto della donna gravida nuda e crocifissa. La legge abortista fu approvata dal Parlamento nel 1978, anche stavolta grazie a un impegno compromissorio concordato dai partiti progressisti con il Governo democristiano, per non ostacolare l’avviato "compromesso storico" PCI-DC.

La campagna per chiudere i manicomi si compì con l’approvazione della Legge n. 80 del 1978, nota come "legge Basaglia", la quale stabilì la volontarietà di ogni trattamento medico-sanitario ed abbandonò i matti alle loro famiglie o agli ospedali criminali o alla strada.

La campagna per legalizzare le droghe – partendo da quelle "leggere" per arrivare a quelle "pesanti" – iniziò nel 1975, quando Pannella fondò il Coordinamento Radicale Antiproibizionista (CORA). Nel 1993, la proposta radicale per legalizzare il "modico consumo" delle droghe "per uso personale" vinse una consultazione referendaria alla quale quasi nessuno si oppose.

Parallelamente, il PR avviò la campagna per la (dis)educazione sessuale obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado mediante la propaganda di un "polisessualismo" comprendente la propaganda dell’erotismo e della pornografia. Successivamente, il segretario radicale Rutelli fece eleggere al Parlamento la porno-attricetta Ilona Staller, come atto simbolico per normalizzare la pornografia.

La campagna per legalizzare l’eutanasia attiva e diretta fu avviata dal PR fin dal 1983 col pretesto dei pochi "casi pietosi" accaduti, ma ha avuto molte vicende controverse e ha incontrato molti ostacoli, per cui è ancora in corso.

La campagna per legalizzare la fecondazione artificiale, dapprima presentata come campagna per la libera ricerca scientifica e sperimentazione clinica sulle cellule embrionali, fu avviata dal PR nel 2001, ma ebbe una vicenda travagliata per i complessi problemi morali e giuridici che comportava Con la legge n. 40 del 2004, la fecondazione artificiale fu parzialmente autorizzata, ma con limiti e restrizioni che, avendo scontentato il fronte progressista, furono poi quasi tutti aboliti da apposite sentenze permissive emanate dalla Magistratura compiacente.

Campagne del PR "per la pace" e "per i diritti umani"

La campagna per la pace, il disarmo unilaterale e l’abolizione del servizio militare
fu avviata il 4 novembre 1969, quando il PR celebrò il primo Congresso Nazionale Antimilitarista, che inaugurò la Lega degli Obiettori di Coscienza (L.O.C.) al servizio militare. Con le marce popolari antimilitariste e le campagne di digiuno, nel 1972 Pannella riuscì ad abolire l’obbligo del servizio militare di leva e a ottenere la legalizzazione dell’obiezione di coscienza alla milizia armata.

Successivamente, il PR tentò molte altre iniziative libertarie e pacifiste, come le seguenti campagne: per l’abolizione dell’ergastolo, contro la pena di morte, contro la libertà di caccia, per l’uscita dell’Europa dalla NATO e per il disarmo nucleare unilaterale dell’Occidente, per la trasformazione delle strutture militari in strutture di protezione civile e di controllo del territorio "in difesa della democrazia", per il disarmo della polizia e per la smilitarizzazione della Polizia Carceraria e della Guardia di Finanza, per l’abolizione delle leggi speciali carcerarie contro la delinquenza organizzata (mafia) e il terrorismo politico.

Si noti che alcune di queste campagne furono fatte con la collaborazione di anarchici ed extraparlamentari di Sinistra compromessi con attività antistatali come la guerriglia e il terrorismo (Boato, Scalzone, Sofri, Negri, Piperno).

Trasformazione e crisi del PR "globalista"

Verso la fine del XX secolo, con l’avvento della globalizzazione, il PR ampliò il proprio orizzonte per estendere la propria influenza all’Europa e all’intero Occidente. A partire dalla fine del millennio, da movimento trasversale di opinione il PR diventò un vero e proprio partito politico (il Partito Radicale Transnazionale) e Pannella s’impegnò anche per la U.E. facendosi eleggere nel Parlamento europeo.

Il nuovo PR auspicò gli "Stati Uniti del mondo", intesi come organizzazione globale delle democrazie, e sostenne che le organizzazioni internazionali – comprese le O.N.G. – hanno diritto a esercitare una "ingerenza umanitaria" nella vita degli Stati nazionali, senza tener conto della loro sovranità territoriale e della loro legislazione. Di conseguenza, i radicali tentarono di costituire nell’O.N.U. un Tribunale Penale Internazionale Permanente incaricato di denunciare e punire i "crimini contro l’umanità", specialmente quelli bellici, ma anche quelli che causano la fame nel mondo.

Nel 1995, il nuovo PR fu riconosciuto come "organizzazione non-governativa" impegnata nel campo dei diritti umani presso il Consiglio Economico e Sociale dell’O.N.U. (ECOSOC); ciò diede diritto ai radicali di partecipare ai lavori delle Nazioni Unite e di prender parola all’interno dei lavori delle organizzazioni dipendenti dal Consiglio, come la Commissione per i Diritti Umani e quella sulla droga.

Da questo momento, i Radicali cominciarono a beneficiare ufficialmente di compromettenti donazioni e finanziamenti internazionali, come quelli dati dal noto speculatore George Soros, promotore del mondialismo, della libera droga e del libertinismo sessuale.

Tuttavia, nonostante prestigiosi riconoscimenti e ricchi finanziamenti ricevuti dai potentati nazionali e internazionali, il PR non riuscì quasi mai a ottenere un significativo numero di adesioni nelle elezioni parlamentari né a coinvolgere pienamente l’opinione pubblica nelle proprie iniziative più radicali.

Infatti, nelle prime votazioni per il Parlamento Europeo il PR arrivò al 3,7%, ma questo miracolo non si ripeté. Dal 2005, la Lista Pannella si presentò alle elezioni europee nello schieramento di Sinistra, alleandosi con i Socialisti Democratici di Boselli per costituire il partito La Rosa Nel Pugno, ma quest’alleanza ottenne solo il 2,5% dei voti. Nelle elezioni parlamentari nazionali, il PR da solo non ottenne mai più del 2,4%, arrivando per una volta al 4% ma solo alleandosi con altri partiti. Lo stesso Pannella non ha mai ricevuto più di 66.000 preferenze alle votazioni.

Il PR raggiunse il massimo di 37.000 sottoscrittori, ma non superò mai i 2.000 soci realmente operativi. Inoltre, col tempo, il PR non ebbe più una propria vita politica e amministrativa interna, ma diventò una segreteria messa al servizio di dispotici guru come Pannella e Bonino.

Complicità che hanno favorito il PR

Il PR non è stato propriamente un partito né un movimento di opinione; è stato una setta che mira non a convincere ma a sedurre e manipolare l’opinione pubblica, spingendola a collaborare ciecamente a un processo sovversivo inspirato da una ideologia rivoluzionaria che non viene mai rivelata del tutto nei suoi fini ultimi caratterizzati da anarchismo, libertinismo e sadismo.

Vanno poi notate alcune significative complicità godute dal PR che lo hanno facilitato nei suoi successi:
Complicità da parte del mondo politico, soprattutto di sinistra ma anche di destra, dovuta all’abilità avuta dal PR nell’infiltrare propri uomini negli altri partiti, anche con l’espediente della doppia tessera d’iscrizione.
Complicità da parte delle istituzioni statali, specialmente della Magistratura, che ha quasi sempre ignorato o tollerato o addirittura giustificato le violazioni alle norme e le manifestazioni illegali dei capi radicali.
Complicità da parte del mondo intellettuale, anche di gente non allineata col PR, come Vittorini, Pasolini, Sciascia, Galante Garrone, Colletti, Vertone, Pasquino, Panebianco, Ignazi, Fernando Savater, José Saramago, Rita Levi Montalcini.
Complicità da parte del giornalismo impegnato nella grande stampa, a cominciare dal settimanale L’Espresso (fondato dal filo-radicale De Benedetti) e dal quotidiano La Repubblica (fondato dall’ex radicale Scalfari).
Complicità da parte dei colossi editoriali, come Bompiani, Rizzoli, Mondadori e Feltrinelli, i quali hanno stampato e diffuso libri e pubblicazioni radicali o para-radicali.
Complicità da parte del mondo dello spettacolo: qui è impossibile anche solo fare una selezione. Segnaliamo solo alcuni noti esponenti del mondo musicale che hanno sostenuto le campagne del PR. Il cantante Francesco De Gregori dedicò a Pannella la canzone Il signor Hood, paragonandolo al valoroso brigante Robin Hood; il complesso Articolo 31 dedicò al guru radicale la canzone Ohi Maria; Fabrizio De André, Lucio Dalla Antonello Venditti, Vasco Rossi, Fabri Fibra e il rapper J-Ax fecero pubblicità al PR.
Infine, complicità del mondo cattolico progressista, ma talvolta anche di quello "moderato". Non bisogna infatti dimenticare che alcuni suoi noti capi (anche autorevoli ecclesiastici) elogiarono il PR attribuendogli spirito democratico, umanitario e perfino religioso e giunsero ad appoggiare le sue campagne "per la pace", "contro la fame nel mondo", "in difesa degli emarginati" e "contro le discriminazioni", limitandosi ad opporglisi solo per evitare alcune iniziative radicali contro la famiglia e la vita umana. Scandalosa fu l’amicizia per Pannella e Bonino espressa da vescovi e cardinali come Silvestrini, Bassetti, Paglia, Zuppi, e la simpatia manifestata perfino dalla Segreteria di Stato vaticana.

Conclusione

Il successo del PR è dovuto principalmente alla debolezza di coloro che avrebbero dovuto opporglisi.
Ai suoi errori non sono stati opposte verità adeguate, alla sua strategia non è stata opposta una contro-strategia efficace, alle sue offensive non sono state opposte controffensive coraggiose. In particolare, il mondo cattolico non si rese conto della pericolosità del PR, non fu capace di ostacolare la sua azione, limitandosi ad opporre una retta bioetica teorica alla offensiva radicale contro la vita umana.

Eppure, nonostante tutte le complicità che abbiamo elencato, la "rivoluzione libertaria" del PR non ottenne mai consensi di massa e molti suoi numerosi referendum non ottennero la maggioranza dei voti o furono disertati dagli elettori.

Più in generale, l’ideale del PR non si è pienamente realizzato e la sua missione è rimasta incompiuta, perché è riuscita solo a distruggere ciò che odiava senza poter costruire ciò che amava e prometteva. Infatti, l’ "uomo nuovo" non è nato e la "nuova società" non si è rivelata più "libera ed eguale" ma anzi più oppressiva e discriminatoria. Il PCI è diventato il "partito radicale di massa", la popolazione italiana ha accolto i cambiamenti politici e sociali che favoriscono il permissivismo del "cittadino medio sensuale", ma le masse non si sono spinte fino ad accettare senza riserve l’ideologia satanica del PR e a realizzare fino in fondo il suo progetto sadico. Anzi, negli ultimi decenni, l’impulso radicale si è fermato e la società tende a ricuperare quella mentalità conservatrice e "piccolo borghese" tanto detestata sia dal PCI che dal PR.

Questo parziale fallimento del radicalismo è una delle cause che oggi costringono il processo rivoluzionario a proseguire con tentativi grossolani e azzardati, per sbalzi, scatti, deviazioni e ritirate, che ne rivelano la profonda crisi. Le forze tradizionali e conservatrici rimaste sapranno approfittare di questa situazione a loro favorevole per avviare la necessaria riscossa?

4 novembre 2022, festa di san Carlo Borromeo



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