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Transumanesimo: sogno di progresso o incubo di regresso?



Il prefisso trans è ormai propagandato dai mass-media a tutti i livelli, da quello sessuale a quello politico, al fine di realizzare un -bordo ideologico dalla normalità all’anormalità, dal naturale all’innaturale, dal biologico all’artificiale. Nel campo scientifico, questo passaggio è oggi propagandato dal movimento noto come Transumanesimo (d’ora in poi: T).



LA PAROLA, IL MOVIMENTO, LA PROPAGANDA



La parola "T" fu coniata probabilmente dal filosofo-scienziato francese Teilhard de Chardin ma fu lanciata dal suo amico inglese Julian Huxley, noto biologo evoluzionista, formato dalla Fabian Society, poi socio fondatore e primo presidente dell’UNESCO. Egli scrisse: "Credo nel transumanesimo; (…) la specie umana varcherà la soglia di un nuovo tipo di esistenza, che sarà tanto diverso dal nostro quanto lo è il nostro dalla scimmia; in questo modo, l’umanità compirà consapevolmente il proprio destino" (New bottles for new wine, Chatto & Windus, London 1957, pp. 13-17).


Il movimento transumanista – spesso abbreviato con la formula H+ (Humanity plus) – nacque all’inizio degli anni 1980 da un cenacolo culturale statunitense sito nella Università della California (Los Angeles), attorno al futurologo di origine iraniana Fareidun Esfandiary (1930-2000), poi rinominatosi FM-2030. [Si noti che la data del 2030, oggi ripresa dalla famosa Agenda ONU 2030, è ritenuta quella in cui si realizzerà il passaggio dal mondo moderno dell’Umanesimo a quello postmoderno del T].


Altri centri transumanisti sono il Future of Humanity Institute, aggregato all’Università di Oxford, l’Extropy Institute, fondato nel 1991 dal filosofo inglese Max O’Connor (poi rinominatosi Max-More) e da Thomas Morrow, la EZTV Media, animata da Natasha Vita-More. Legato al movimento transumanista è l’Institute for Ethics and Emerging Technologies, promotore anche di una bioetica che prevede trapiantismo, selezione eugenetica ed eutanasia.


Oggi il più famoso esponente del T è forse Nick Bostrom, filosofo svedese presidente della World Transhumanist Association (1997) e direttore. Fra i promotori del T troviamo Larry Page, cofondatore di Google, ed altri operatori nella "Silicon Valley" californiana legati a Microsoft. Fra gli esponenti italiani, bisogna segnalare soprattutto Riccardo Campa, ma anche Stefano Vaj e gli ex parlamentari Niccolò Invidia e Giuseppe Vatinno.


Il T opera anche fuori delle comunità scientifiche perché mira non solo a orientare lo sviluppo tecnologico ma anche a cambiare le idee filosofiche e religiose, i valori morali, le convenzioni sociali e l’impegno politicoal fine di realizzare una società adeguata alle superiori esigenze dell’uomo.


A questo scopo, il T ha cura d’influire nella cultura odierna, anche popolare, mediante i mass-media, ossia usando cinema, televisione, siti web, videogiochi, pubblicità, moda, ma soprattutto la futurologia e la letteratura fantascientifica: si pensi ad autori come Asimov, Gibson, Queneau, Simmons, Stapledon, Sterling, Butler, Banks, Houellebecq.


Bisogna notare che molti circoli transumanisti non riconoscono le istituzioni scientifiche ufficiali, anzi nemmeno le autorità politiche, e si oppongono ai valori e istituzioni sociali – come religione, famiglia e proprietà – perché si ritengono le cellule del nuovo mondo in gestazione, il quale sarà anarchico, ossia liberato da ogni forma di dominio… tranne ovviamente quello tecnico-scientifico!



L’EVOLUZIONISMO TRANSUMANISTA



Il T è non tanto un movimento tecnocratica quanto una ideologia pseudo-filosofica e para-religiosa; bisogna quindi comprenderla nelle sue radici filosofiche, che mescolano scientismo, meccanicismo, fisiocrazia, pragmatismo, positivismo, ma soprattutto evoluzionismo.


Il T presuppone l’evoluzionismo, ossia l’ideologia secondo cui la materia si è evoluta progressivamente verso stadi sempre più complessi, integrati e perfetti: da quello minerale a quello vegetale, animale e infine umano. Tuttavia, a questo livello il progresso si è arrestato e non è riuscito a produrre uno stadio superiore a quello umano. Ciò è accaduto perché il passaggio successivo potrà realizzarsi non tanto mediante spontanee e casuali forze biologiche, quanto mediante la cosciente e volontaria azione dell’uomo su sé stesso.


Il T è si propone di superare l’attuale condizione umana, vista come un ostacolo alla evoluzione, realizzando l’autodeterminazione assoluta dell’uomo, affinché egli possa vivere una vita felice senza limiti né legami. In concreto, il T mira a emancipare l’individuo da ogni condizionamento e dipendenza psico-fisici che ne limitino l’autonomia, la capacità di trasformare se stesso e di assimilare il mondo.


Oggi sarebbe possibile raggiungere questo fantasioso traguardo mediante l’applicazione tecnica delle nuove scienze, le quali sono: biochimica, neurofarmacologia, neurofisica, genetica, crionica, trapiantistica, bio-ingegneria, nano-tecnologia, cibernetica, socio-ingegneria, biopolitica.


Queste tecno-scienze permetterebbero all’uomo di manipolare il proprio corpo fino a trasformarlo in uno strumento capace di realizzare pienamente tutti i propri desideri. In questo modo, l’individuo potrebbe superare tutti i limiti umani del pensare, del volere e dell’agire, eliminando gl’inconvenienti causati da sofferenze, malattie, menomazioni, invecchiamento e morte.



DALL’UMANO ALL’ "OLTRE-UMANO"



Secondo il T, il potenziamento intellettuale dell’uomo già operato dalle scienze deve tradursi nel potenziamento psico-fisico progettato dalle tecnologie più avanzate. In particolare, il funzionamento del cervello non sarà più condizionato da quello degli altri organi – ad esempio, dall’alimentazione e dalla digestione – ma anzi, al contrario, intelligenza e volontà controlleranno e piloteranno perfettamente a loro piacere l’intero organismo. Ciò verrà facilitato dall’uso di farmaci, droghe, trapianti, tecniche e congegni vari (ad esempio protesi, scanner e computer).


Le tecno-scienze permetterebbero all’uomo di progettare e realizzare un salto di qualità che, superando l’attuale condizione umana, la farebbe passare prima a quella trans-umana e poi a quella post-umana. Questa evoluzione produrrebbe prima il super-uomo, ossia l’uomo "aumentato" (cioè potenziato), e poi l’oltre-uomo, ossia una realtà ulteriore, per ora imprevedibile e quindi indefinibile, la quale non sarà più umana ma quasi divina, nel senso di onnisciente e quindi onnipotente.


Secondo alcuni transumanisti, l’uomo d’oggi diventa vecchio, malato o menomato perché il suo corpo è soggetto a logoramento, il suo sistema cellulare muta e i suoi organi deperiscono; in futuro, però, l’individuo umano potrà mantenere un corpo sano, integro e giovane sostituendone parti, organi e cellule degradati o invecchiati con altri artificiali ma funzionanti. La società diventerebbe così una sorta di enorme ospedale che manterrebbe in vita solo uomini tecnicamente "aumentati" o rigenerati. Ma ciò otterrà non tanto di migliorare la "qualità della vita", quanto di allungare la durata di una vecchiaia priva di vita spirituale!


Così facendo, l’uomo diventerà un ente mutante e multiforme, ossia insieme animale, vegetale e minerale, sarà un ibrido composto da materiali non solo organici ma anche artificiali. Ad esempio, l’uomo potrà diventare un cyborg, ossia un uomo-computer dotato di memoria cibernetica che potrà salvarsi dall’invecchiamento trasferendosi da un corpo all’altro; oppure egli potrà diventare un ente bionico, ossia un uomo nuovo rigenerato da componenti organiche riciclate mediante trapianti.


Entrambi questi nuovi esseri saranno liberi dalle condizioni materiali, avranno una mente capace di pensare, volere e realizzare tutto ciò che desiderano, ma soprattutto vivranno in condizioni perfette per un tempo indefinito, forse per l’eternità. La indefettibilità goduta nel perduto Paradiso Terrestre potrà così essere ricuperata nel mondo futuro; l’homo sapiens, superando sé tesso mediante l’homo faber, potrà diventare homo divinus.


Alla fine dell’evoluzione, la materia si evolverà verso una condizione perfetta che supererà gli stadi imperfetti finora realizzati, inserendo l’uomo nel cosmo e assimilandolo all’ecosistema. Qui si nota la parentela del T con l’ecologismo radicale: il T vuole trasformare l’uomo in un ente artificiale liberato dalla propria natura, l’ecologismo al rovescio vuole trasformare la natura in una realtà spontanea liberata dall’uomo; entrambi negano la natura umana.



L’UOMO, AUTOMA SENZA NATURAp>

L’ideologia del T presuppone alcuni gravi errori filosofici, soprattutto l’evoluzionismo, il fenomenismo e il meccanicismo. Per l’evoluzionismo, esiste solo la materia eterna e infinita che si evolve determinandosi in realtà sempre più compiute, incarnandosi in cose e manifestandosi in sensazioni e atti. Per il fenomenismo, la conoscenza – anche quella scientifica – è solo percezione soggettiva di apparenze sensibili, misurabili e manipolabili incondizionatamente, le quali non manifestano alcuna realtà sostanziale né alcun fine da realizzare. Per il meccanicismo, ogni forma di vita è solo materia composta da parti unite accidentalmente da un meccanismo che forma un corpo funzionante come un automa.


Pertanto, secondo il T, l’uomo è solo una manifestazione cosciente della materia in evoluzione, una sua fase incompiuta e momentanea prodotta dal funzionamento meccanico delle sue componenti materiali, un "gioco" senza significato né scopo nel quale però l’individuo può intervenire coscientemente e liberamente. Per il T, la mente umana è solo una rete cerebrale di neurotrasmettitori che produce impulsi elettrici capaci di muovere e coordinare le parti del corpo. Essa può elaborare scienze e applicare tecniche capaci di trasformare l’uomo modificandone le componenti e le condizioni materiali, fino al punto di trasferire il cervello in un nuovo corpo.


In fin dei conti, il T riduce l’uomo al proprio cervello e quindi lo priva non solo dell’anima ma anche del corpo inteso come complesso organico integrato e coordinato da un principio animatore. Insomma, l’uomo non ha natura da rispettare né fine da raggiungere né regole morali o sociali da seguire. In questo modo, il T relativizza o abolisce le frontiere tra normale e anormale, tra buono e utile, tra salute e malattia, tra naturale e artificiale, tra terapeutico e protesico, tra medicina curativa e medicina sostitutiva.


Tuttavia, il T si contraddice. Da una parte, in teoria esso nega che esista una natura umana oggettiva e stabile; dall’altra parte, in pratica esso mira a intervenire su qualcosa di oggettivo e stabile per migliorare o ricuperare il funzionamento delle sue facoltà. Ma se questa cosa non ha una propria natura, rispetto a cosa si pretende di migliorarla?


Allora, bisogna ammettere che quella cosa tenda a un proprio fine naturale il cui raggiungimento è stato limitato o danneggiato da un fattore innaturale, da una mancanza che bisogna correggere. L’uso di una tecnica per migliorare l’uomo è comprensibile solo se si presuppone che esista la natura umana, al fine di correggere o ristabilire il retto funzionamento di una facoltà o attività naturale che è stata danneggiata o perduta.


In realtà, quello della "naturalità" di una cosa è il solo criterio che permette di ammettere ch’essa possa essere migliorata e di capire se il miglioramento auspicato è reale o fittizio, proporzionato o sproporzionato, costruttivo o distruttivo, utile o dannoso, lecito o illecito.



PROBLEMI MORALI DEL TRANSUMANESIMO



A questo punto, si scopre che il progetto transumanista pone molti problemi morali alla scienza e soprattutto alla tecnica, perché pretende che ogni potenziamento delle facoltà umane – con qualunque mezzo e a qualunque costo lo si ottenga – sia di per sé buono.


In realtà, l’intervento umano è illecito quando mira a ottenere un risultato che – pur essendo tecnicamente possibile ed effettivamente efficace – viola la natura dell’uomo stesso e ne perverte il retto funzionamento. Ciò può avvenire o impedendo che si raggiunga il fine al quale la natura tende oggettivamente (come nel caso della pratica omosessuale), oppure usando metodi o mezzi che contrastano il modo in cui la natura deve funzionare (come nel caso della fecondazione artificiale). Pretendere di ottenere una prestazione fisica o i cui fini o metodi o mezzi fanno violenza alla natura stessa dell’uomo, significa usare un artificio che può produrre solo un artefatto, una cosa, non una persona.


Pertanto, le manipolazioni che violano la natura della specie umana non costituiscono un miglioramento delle sue capacità e una crescita della sua "qualità della vita", tantomeno un perfezionamento morale e spirituale, ma anzi danneggiano l’integrità dell’uomo col tentativo di produrre una nuova entità che abbia assicurata autonomia, felicità e immortalità.


Inoltre, per essere integralmente lecito un intervento tecnico sull’uomo deve considerare non solo il miglioramento di una sua parte o facoltà o funzione, ma anche quello dell’uomo integrale, in corpo e anima, ossia come persona.


Inoltre, per essere proporzionato, costruttivo, utile e lecito, l’intervento migliorativo sull’uomo deve considerare e valutare non solo il risultato tecnicamente ottenibile, ma anche il modo in cui viene ottenuto e i mezzi usati allo scopo; tutti devono rispettare il fine della natura umana, altrimenti si finisce col trattare un individuo come una cosa e col trasformarlo in un prodotto tecnologico usato per fini sociali.


Bisogna poi considerare che questo prodigioso risultato sarà accessibile solo per quei pochi eletti che avranno la possibilità economica di rigenerarsi tecnologicamente. Chi invece non l’avrà, dovrà generosamente cedere il proprio posto a un successore più giovane, sano e utile al progresso sociale; la sopravvivenza di pochi avverrebbe a prezzo dell’abbandono o della soppressione di molti. p>

Anni fa, il noto biologo e medico Umberto Veronesi, nel suo libro La libertà della vita, affermò che, "ogni uomo, dopo aver generato i doverosi figli e averli allevati, a circa 50 o 60 anni di età dovrebbe sparire per lasciare il posto ad altri". Del resto, l’ex ministro Cingolani ci ha avvertito che la "transizione ecologica" prevede di alleggerire la Terra dal peso di almeno 4 miliardi d’individui.


La manipolazione fisico-psichica dell’uomo auspicata dal T mediante un "blocco tecnologico globale" è un progetto rivoluzionario che mette in pericolo la sopravvivenza della specie umana e in particolare del suo libero arbitrio, perché l’individuo finisce ridotto a mera materia funzionante in modo meccanico e manipolabile per fini di utilità pratica. In questo modo, la dignità sostanziale della persona umana non viene più rispettata.


Non meraviglia quindi che alcuni scienziati – come i fisici Bill Joy e Martin Rees, il sociologo Max Dublin e l’economista Francis Fukuyama – temendo che i tentativi transumanisti rischino di pervertire la specie umana fino a estinguerla, hanno chiesto alla comunità scientifica di rispettare il "principio di precauzione" per evitare le pericolose applicazioni tecniche di certe scoperte scientifiche. Molti altri scienziati hanno pubblicato nel 2018 un importante Manifesto contro il Transumanesimo.



LA GNOSI TRANSUMANISTA



La gravità del T sta non tanto nel progettare un uomo-mondo artificiale ed egoista, quanto nel negare, o meglio abolire, la stessa condizione umana. Infatti, essa sarebbe ostacolo alla felicità dell’uomo, per il semplice fatto di essere limitata e imperfetta, quindi misera e nefasta, prodotta da una evoluzione incompiuta, mal guidata da un "demiurgo" incapace o malvagio. Spetterebbe quindi all’uomo evoluto e progredito di sostituirsi alla divinità creatrice, usando tecno-scienze capaci di scomporre e ricomporre la realtà, al fine di ricreare una umanità e un cosmo dalle possibilità infinite.


Il T propone quindi una versione secolarizzata della salvezza religiosa, ridotta a un misero potenziamento della condizione temporale e spaziale dell’uomo. Alla fine, la partita decisiva riguarda la fasulla deificazione della condizione umana, nella pretesa di elevare all’assoluto ciò che è relativo. Ma ciò può solo produrre una nuova forma d’idolatria che finisce con l’asservire l’uomo a un nuovo potere totalitario esercitato da pochi eletti come sovrumani su molti scartati come subumani.


In realtà, la caratteristica dei beni creati da Dio consiste proprio nella loro limitazione, ossia nell’avere una forma e una misura che l’inserisce in un ordine naturale finalizzato al bene comune del creato.


Il vero modo per migliorare la vita umana, anche materiale e anche sociale, non consiste tanto nel potenziamento fisico-tecnico quanto nel risanamento intellettuale, morale e soprattutto spirituale.



Testi critici sul Transumanesimo:

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B. Ars, Il Transumanesimo: un totalitarismo tecno-scientifico, su "Cultura & Identità", anno IX, n. 17, settembre 2017
Ayuso Miguel (cura), Transhumanismo o posthumanidad? , Marcial Pons, Madrid 2019
J. Ballesteros e J. Fernàndez (cura), Biotecnologìa y posthumanismo, Aranzadi, Pamplona 2007
P. Barcellona, L’epoca del postumano, Città Aperta, Milano 2007
L. Boccenti, La rivoluzione transumanista, su "Cristianità", n. 406, anno 2020
A. Carrara (cura), Neurobioetica e transumanesimo, Editori Riuniti, Roma 2021 (con riserve)
G. K. Chesterton, Eugenics and other evils, London 1922 (tradotto in italiano da Cantagalli, Siena)
C. Della Penna, Prospettive filosofiche: alterità, gender e transumanesimo, Milano 2018 (R)
D. Estulin, El club de los inmortales, BSA, Barcelona 2013
D. Estulin, Transevolution. L’era della decostruzione umana, Arianna, Cesena 2021
F. Ferrando, Il postumanismo filosofico e l sue alterità, ETS, Pisa 2016
F. Fukuyama, L’uomo oltre l’uomo. Le conseguenze della rivoluzione biotecnologica, Mondadori, Milano 2002
C. S. Lewis, The abolition of man, London 1943 (tradotto in italiano da Sugarco, Torino)
L. Palazzani, Il potenziamento umano. Tecnoscienza, etica e diritto, Giappichelli, Torino 20145
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S. Pillon, Manuale di resistenza al pensiero unico. Dal gender al transumanesimo, Giubilei Regnani, Cesena 2022
E. Postigo Solana, Transumanesimo e postumano: principi teorici e implicazioni bioetiche, su "Medicina e Morale", a. 2009 n. 2, pp. 267-282
G. Samek Lodovici, Transumanesimo, immortalità e felicità, su "Etica & Politica", anno XX (2018), p. 517-538
A. Tonelli, Nel nome di Sophia. Manifesto contro il transumanesimo, Agorà & Co., Lugano 2022
T. Tosolini, L’uomo oltre l’uomo, Edizioni Dehoniane, Bologna 2015



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