MARSICA E DINTORNI
Come un cattolico legato al rito antico può sopravvivere spiritualmente in tempi di virus cinese
Uno dei problemi più seri che si è trovato e si trova tuttora ad affrontare il fedele tradizionalista, che vuole continuare la sua pratica di fede senza compromessi con innovazioni inaccettabili, è quello certamente dell'obbligo di comunicarsi ricevendo la particola sulla mano.
Almeno per quanto riguarda l'Italia, ma pare che sia la stessa cosa anche nel resto del mondo cattolico toccato da questa pandemia, la CEI ha emanato delle direttive al riguardo molto chiare e stringenti: obbligo per tutti di ricevere la comunione sulla mano senza eccezioni, per motivi precauzionali.
Anche se alcuni studi hanno fatto presente che si corrono più rischi con questa modalità rispetto alla comunione in bocca, basti vedere il recente pronunciamento in merito da parte di un gruppo di scienziati italiani cui si sono aggiunti i loro colleghi austriaci, e nonostante il parere di autorevoli prelati secondo i quali nessun fedele può essere obbligato a prendere la comunione sulla mano, le regole della CEI restano queste e quindi almeno in via teorica ogni sacerdote è obbligato a conformarvisi.
Esistono però tante eccezioni di sacerdoti coraggiosi che hanno fatto presente anche pubblicamente che non si atterranno a queste direttive, perché in base alle rubriche anche per il Novus Ordo la ricezione della particola in bocca resta la forma ordinaria per comunicarsi.
Come fare quindi per quei fedeli tradizionalisti, compreso il sottoscritto, che non hanno la possibilità di avere ragionevolmente vicino una messa tradizionale o Novus Ordo in cui il sacerdote dia anche la comunione sulla lingua?
L'ideale ovviamente sarebbe di poter andare sempre alla messa tradizionale, perché com'è noto il Vetus Ordo non prevede nel modo più assoluto la possibilità di dare la comunione in mano, ma se questa messa non è disponibile?
Cito il mio caso particolare per fornire indicazioni pratiche a quanti si trovassero nelle stesse condizioni e volessero, come me, cercare almeno di limitare i danni. Non vivendo in una grande città, purtroppo non ho facile accesso alla messa tradizionale, né sono al corrente di sacerdoti che celebrano nel mio paese o in quelli vicini che diano anche la comunione in bocca durante la messa, ovviamente Novus Ordo.
Però conosco molti sacerdoti del circondario e alla fine sono riuscito a trovare un paio di sacerdoti disposti a dare la comunione in bocca in privato al di fuori della messa. Così potremo (io e mia moglie) fare la comunione ogni venerdì e ogni sabato. Certo l'ideale sarebbe poter fare la comunione ogni giorno, com'era nostra abitudine prima di questo lockdown all'inizio del marzo scorso. D'altro canto, io ricordo benissimo che da bambino in queste zone di campagna e montagna della Marsica al confine con il Lazio lungo l’antica via consolare Tiburtina-Valeria prima del Vaticano secondo c'era una certa abbondanza di clero, tanto che ogni piccolo borgo aveva il suo parroco residente. Oggi invece in questa epoca postconciliare la situazione è totalmente diversa perché i sacerdoti sono pochi e sempre di meno, molti sono anziani e devono spostarsi frequentemente per gestire più di una parrocchia con messe, battesimi, funerali ecc. e quindi bisogna limitarsi nelle richieste.
Ma il problema più grave è la messa domenicale. Mentre prima del virus andavamo alla messa tradizionale a L’Aquila (più raramente a Roma) in occasione di particolari festività, ora andiamo regolarmente alla messa tradizionale a L’Aquila ogni domenica, un certo sacrificio per persone non più giovanissime, in quanto si tratta di un’ora di guida all’andata e un’altra al ritorno per un totale di circa 140 km. Ma la spesa vale ben l’impresa, un sacrificio che si fa volentieri, anzi è quasi doveroso, quando si è avuta la grazia di capire l’importanza della messa tradizionale. Nel caso qualche volta non fosse disponibile neanche questa messa, come è giù successo, allora non resta che andare alla messa domenicale novus ordo celebrata da un sacerdote che dopo la messa ci può dare la comunione in bocca e in ginocchio, dopo che gli altri fedeli sono già andati via.
In questo modo riusciamo a fare la comunione tre volte la settimana e non più ogni giorno come prima. Gli altri giorni cerchiamo di seguire via streaming le messe tradizionali presenti in rete, seguite dalla comunione spirituale.
Ovviamente si spera che presto la conferenza episcopale italiana revochi la restrizione e si torni nuovamente a poter ricevere la comunione in bocca. Anche perché, insistendo a obbligare i fedeli a riceverla in mano, rischiano di far aumentare in modo esponenziale la frequenza alla messa tradizionale. Infatti, su alcuni blog cattolici si notava l’eccezionale interesse e preoccupazione dei fedeli in merito alla questione, con analisi che mettevano in risalto uno sviluppo sorprendente, ma forse poi non tanto: contro ogni aspettativa e per i più svariati motivi, dopo il lockdown le chiese dove si celebra il nuovo rito sono rimaste abbastanza deserte anche la domenica, mentre invece sono state quasi prese d'assalto le messe celebrate col rito antico. E questo pare un fenomeno non solo italiano, stando almeno a quanto mi risulta da contatti internazionali e da internet: è indubbio che molte di queste nuove presenze sono motivate dal desiderio di ricevere la comunione in bocca.
Questo fenomeno va sotto il nome di eterogenesi dei fini, ossia la possibilità che certe azioni ottengano il fine contrario a quello che inizialmente si prefiggevano. Così se il fine di questo perdurante divieto è quello di contrastare ogni forma di tradizionalismo, perché ben sappiamo che parte del clero, specialmente ai livelli alti della gerarchia, vede la liturgia tradizionale come il fumo negli occhi, pare che si stia invece ottenendo l'effetto opposto. E non c'è da stupirsi, perché non sarebbe che l'ennesima manifestazione della fine ironia con cui la divina Provvidenza, nella sua infinita sapienza, a volte si diverte a ribaltare i propositi e le manovre degli uomini, in questo caso purtroppo membri del clero, che in tal modo loro malgrado si trovano a collaborare con i suoi piani per il bene della Chiesa e delle anime.
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