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Quando un politico non cattolico può dare qualche lezione ai politici cattolici



Tra le varie critiche al disegno di legge contro la transfobia che è attualmente in discussione al parlamento italiano, è stato menzionato il rischio che in caso di approvazione, sarebbe accaduto anche in Italia ciò che sta succedendo in quei paesi in cui è già in vigore: la impossibilità, pena anche la galera, di difendere e promuovere pubblicamente i principi e valori cristiani.
Ed è proprio quello che attualmente sta succedendo in Finlandia, dove una coraggiosa parlamentare, Päivi Räsänen, già presidente del partito cristiano democratico dal 2004 al 2015 e ministro dell’interno dal 2011 to 2015, è da mesi sotto indagine per aver pubblicamente preso una posizione contraria alle unioni omosessuali, che lei considera peccaminose.

Il suo calvario è stato efficacemente riassunto nel corso di una lunga intervista concessa allo Studio Krypta e condotta dal giovane pastore Eero Pihlava della Chiesa luterana evangelica di Finlandia, la stessa a cui appartiene la parlamentare (questo il link per quanti non avessero problemi con la lingua finnica: https://www.youtube.com/watch?v=GZgfPAG8LG8).
Il 20 agosto scorso lei aveva scritto sul suo profilo Twitter che cinque giorni dopo, il 25 agosto, sarebbe stata sottoposta ad un nuovo interrogatorio. Ed infatti l’intervista ha avuto luogo in questa stessa data, poco dopo questo terzo interrogatorio, anche se nei due precedenti la polizia aveva verificato che non era stato commesso alcun reato. Ciononostante, l’autorità giudiziaria decideva invece di procedere ad ulteriori indagini.
Il primo interrogatorio, della durata di quattro ore, si era svolto il 1 novembre 2019, dopo che lei aveva citato in un suo post su Twitter la prima lettera di san Paolo ai Romani a commento del gay pride di Helsinki nel giugno precedente, cui la Chiesa luterana aveva dato la sua adesione.
L’intenzione, aveva precisato la parlamentare, era quella di rivolgersi soprattutto alla leadership ecclesiastica, domandando come potesse essere a favore di un qualcosa che nella Bibbia viene considerato peccato e vergogna.
Tutto il processo, quindi, era cominciato da questo suo garbato interrogativo, dal quale non traspariva alcun sentimento di odio o incitamento alla violenza.
Ma la cosa più incomprensibile, ha detto, è che nonostante sia stata accusata ingiustamente di avere detto cose che non ha mai detto nei dibattiti televisivi a cui ha partecipato, l’autorità giudiziaria ha comunque deciso di procedere nei suoi confronti. Non si sa adesso che succederà, ma è probabile che si finisca a processo, perché il procuratore è andato troppo avanti e quindi in qualche modo sarebbe incoerente se ora lasciasse perdere.
Tutto questo le sembra al di fuori della realtà, inverosimile, assurdo, il fatto che stia succedendo in Finlandia, che lei sia stata costretta a stare ore e ore al commissariato per rispondere a delle domande su questioni che sono alla base del cristianesimo come il peccato, la relazione dell’uomo con Dio, e che poi al giorno d’oggi si possa ancora citare la Bibbia per dire che le pratiche omosessuali sono peccaminose. Quindi, come dice sempre citando la Bibbia, “si tratta di una vergogna, e non di un orgoglio”, al contrario di quanto vorrebbe fare intendere il termine gay pride. E l’apostolo san Paolo lo dice chiaramente.
Questi nostri tempi, afferma, purtroppo sono caratterizzati da una sorta di analfabetismo per quanto riguarda la conoscenza e applicazione dei dettami biblici.
Non esiste più la consapevolezza di ciò che significa creazione, peccato, ecc. tanto che oggi il parlare di peccato sarebbe percepito come un’offesa alla dignità della persona. Ma lei ha sempre ribadito negli interrogatori e anche nei dibattiti televisivi che siamo tutti peccatori davanti a Dio, senza discriminare un gruppo di persone rispetto ad un altro giudicandolo peggiore.
Oggi purtroppo viviamo in tempi in cui capire questi concetti è sempre più difficile, perché la Finlandia, come tanti altri paesi un tempo cristiani, viene spazzato dal vento impetuoso dell’ideologia gender, ossia LGBT, e questo fa sì che si ritenga offensivo essere giudicati negativamente in base alla propria identità sessuale, qualunque essa sia.
Ma l’ex- ministro si domanda perché tutto questo stia succedendo proprio in Finlandia. Anche i giuristi internazionali con cui ha parlato e che operano a favore dei cristiani perseguitati lo considerano un caso molto strano, anomalo, perché un caso simile si potrebbe verificare in paesi come il Pakistan. Se questa situazione portasse ad un qualche tipo di condanna, sarebbe un precedente molto inquietante, che aprirebbe una specie di vaso di Pandora, dando la stura ad una sequela di procedimenti simili in altri paesi. Non si deve dimenticare che dietro le organizzazioni LGBT opera una potente rete di appoggi che promuove le loro tematiche.
Più ci esaminiamo alla luce della parola di Dio e alla luce dei suoi santi comandamenti, continua, più ci rendiamo conto di quanto siamo peccatori e quindi ci offendiamo.
Lei ha più volte ripetuto alla polizia che il suo scopo era di promuovere il messaggio del Vangelo e proprio perché siamo tutti peccatori, abbiamo bisogno del perdono e della misericordia di Gesù, di cui non dobbiamo dubitare perché ci ha redento sulla croce. Lei spera ardentemente che le persone di questo o altri gruppi che hanno trasgredito il sesto o altri comandamenti possano scoprire il messaggio del Vangelo.
Alla domanda su come riesce a reggere questo peso, e specialmente tutta questa pubblicità negativa, lei risponde di non sentirsi particolarmente preoccupata. Dato che questa situazione non l’ha cercata lei, è giunta alla conclusione che si tratta di un compito che le è stato affidato e che spera di svolgere con intelligenza, rispondendo quindi alle domande con umiltà ma con chiarezza. Secondo lei è un compito importante difendere la libertà religiosa in tempi in cui si sta sempre più restringendo. La cosa più pericolosa è restare in silenzio. Più stiamo zitti su questi argomenti difficili della Bibbia, più lo spazio si assottiglia per tutti noi. Ecco perché è importante di parlare, pure se ci possono essere conseguenze dolorose e sorgono i conflitti. Metabolizzare tutto questo ha richiesto tempo, confessa, e ogni tanto ne sente il peso, soprattutto in autunno quando ha capito che i tempi potrebbero essere alquanto lunghi. Infatti, in caso di processo, ci sono i vari gradi di giudizio fino alla Corte suprema e poi magari si finisce presso la Corte europea dei diritti umani. Può essere che duri anni, oppure no. Lei comunque prega il Signore chiedendogli la grazia di una soluzione a breve scadenza.
D’altro canto lei si dice convinta che questa è ora la sua missione, la sua vocazione, e /b>non nasconde la sua soddisfazione per i risultati ottenuti finora nella sua triplice veste di parlamentare di lungo corso, medico ed ex-ministro dell’interno. E’ molto grata per aver servito e continuare a servire il suo paese con la massima dedizione e determinazione. Essere ministro è il massimo nella carriera di un parlamentare, ricorda, e ti permette di utilizzare tutto il sapere che hai acquisito durante gli anni da rappresentante del popolo in parlamento. Da ministro, si è occupata a pieno ritmo di settori quali burocrazia, polizia e frontiere, immigrazione e strutture di salvataggio, ecc. comprese anche questioni riguardanti la chiesa luterana di stato, che facevano parte delle sue responsabilità.
Come ministro, era tra i relatori principali alla commemorazione del 70º anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Finlandia, svoltasi a Roma il 16 giugno 2012 nella splendida ambientazione di Villa Lante al Gianicolo, che oltre ad essere la sede dell’Institutum Romanum Finlandiae ospita anche l’ambasciata finlandese presso il Vaticano.
“Non so se sia orgoglio, però la cosa che più mi è stata a cuore sin dall’inizio era di ardere di zelo combattivo per i valori cristiani”, rivela. “Valori che sono sia per l’individuo che per la società, in quanto solido e robusto fondamento della nostra vita. Queste fondamenta sono quelle che consentono di reggere alle burrasche ed è per questo che intendo impegnarmi”.
Quindi vuole continuare questo lavoro e quando ha cominciato la professione medica sin dal principio l’aborto era per lei la questione n.1. Una questione che le sta molto a cuore e ovviamente l’addolora, perché nel suo paese purtroppo c’è una legge che lo permette.
Ed è un grande vulnus pure agli occhi di Dio che ogni anno quasi diecimila bambini vengano soppressi, lamenta, principalmente per motivi sociali. Oltretutto in un paese che gode di benessere e soprattutto avrebbe bisogno di questi bambini.
L’aborto è precisamente il tema di una delle tre pubblicazioni che lei ha scritto, assieme a eutanasia e sessualità umana, tutti scottanti temi di bioetica.

Si tratta di libri, o meglio saggi in forma di libretto, di agile lettura che offrono delle linee-guida ai cristiani, fornendo loro argomenti per sostenere un dibattito. Nei libretti su aborto e eutanasia sono espressi gli argomenti da un punto di vista medico e religioso, quegli stessi argomenti che sono presenti pure nella Bibbia. Pure i cristiani che non sono direttamente coinvolti in queste questioni, possono acquisire la preparazione per affrontare una conversazione su questi temi, perché troppo spesso purtroppo rimaniamo in silenzio, specialmente di fronte ad attivisti sempre più aggressivi che difendono l’aborto come un diritto umanitario e un diritto delle donne. Questa voce è molto forte, tanto da intimidire quanti la pensano diversamente e vorrebbero difendere il diritto alla vita del bambino, perché anche questo è un diritto umano.
Per quanto riguarda la seconda indagine della polizia, questa è stata motivata da un libretto che lei ha scritto 16 anni fa, quello appunto sulla sessualità umana. Ma in un rapporto di 11 pagine la polizia aveva fatto presente che non vi era alcun motivo di promuovere un’indagine penale, né che vi era una qualsivoglia ragione per sospettare che fosse stato commesso un qualche reato. Si tratta della logica conclusione di un poliziotto, mentre invece il procuratore generale decideva altrimenti, forse compiendo un passo ben più lungo della sua gamba, dal momento che stiamo parlando di un diritto così fondamentale come quello di avere accesso alla Bibbia.
Quindi aveva destato una grande sorpresa la decisione del procuratore generale di ordinare comunque una udienza preliminare sulla questione. Così veniva nuovamente convocata dalla polizia nel marzo 2020 per essere interrogata in base ad una ipotesi di reato.
È ovvio che se si dovesse giungere al punto di mettere al bando questo scritto, notava la parlamentare, sarebbe logico che in futuro toccasse la stessa sorte anche alla Bibbia.

Tanto per avere un’idea dell’efficacia di questi libretti, ha rivelato, di sua iniziativa ne ha distribuito copia a tutti i parlamentari e in seguito qualcuno di loro è andato a parlarle. È stata particolarmente contenta che quando è stato distribuito il libretto sull’eutanasia, qualche parlamentare è venuto a dirle che aveva cambiato idea dopo aver letto il suo scritto ed era proprio il periodo in cui era in corso un’iniziativa popolare per chiedere in parlamento che fosse approvata l’eutanasia.
A differenza del matrimonio omosessuale, che a suo tempo è stato approvato sempre su iniziativa popolare, questa volta il suo libretto ha fatto il suo dovere, nel senso che contrariamente a tutti i sondaggi, che davano l’eutanasia per approvata, invece non è passata. “Si è trattato di un piccolo miracolo, e così in nostri medici non saranno costretti ad uccidere i pazienti”.



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