In un commento riguardante le recenti parole di Papa Francesco sulla tutela legale delle unioni civili tra omosessuali, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha tenuto a puntualizzare che , e quindi non è accettabile per un cattolico. Purtroppo però, come opportunamente nota il prelato, “essa costituisce anche un gravissimo assist all’ideologia LGBTQ che oggi è imposta a livello globale”.
Difatti, ci ricorda mons. Viganò, “in questi giorni il Parlamento dovrà discutere l’approvazione della cosiddetta legge Zan, su proposta del Partito Democratico. In nome della tutela degli omosessuali e dei transessuali, sarà considerato un reato affermare che la famiglia naturale è la cellula della società umana, e verrà punito chi affermerà che la sodomia è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio”. Le parole di papa Bergoglio, continua sempre il presule, “sono già state accolte in tutto il mondo dalla lobby gay come un autorevole appoggio alle loro rivendicazioni”, in primo luogo accolte dai promotori della succitata legge attualmente in discussione nel parlamento italiano, i quali hanno rinnovato gli appelli per una sua rapida approvazione.
Le parole del Papa e di monsignor Viganò seguono di qualche giorno la manifestazione di protesta svoltasi lo scorso 17 ottobre a Roma in piazza del Popolo, si tenutasi nel pieno rispetto delle norme anti-Covid e del “distanziamento sociale”, che si sono ovviamente tradotte in uno strettissimo contingentamento dei partecipanti.
La manifestazione ha visto la partecipazione di un variegato panorama di realtà associative d’ispirazione cattolica e non solo: dal Centro Studi Rosario Livatino all’Osservatorio parlamentare Vera Lex?, dal comitato scientifico dell’Ucid all’associazione Pro Vita & Famiglia, da Alleanza Cattolica al Centro Culturale Lepanto e tante altre sigle e associazioni.
Era presente anche una folta rappresentanza politica, dai deputati Paola Binetti (Unione di Centro), Lucio Malan (Forza Italia) e Alessandro Pagano (Lega) ai senatori Isabella Rauti (Fratelli d’Italia), Maurizio Gasparri (Forza Italia), Simone Pillon e William De Vecchis (Lega), dal capogruppo della Lega in Campidoglio, Maurizio Politi, alla consigliera della Lega al VII Municipio, Flavia Cerquoni.
Come ribadito anche dai vari relatori che si sono succeduti sul palco, la manifestazione aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla deriva liberticida del ddl Zan che introdurerebbe surrettiziamente il reato di opinione, per giunta su una questione morale.
Tra gli interventi più applauditi, quello di Simona Baldassarre, europarlamentare della Lega, e quello di Roselen Boerner Faccio, “pastora” evangelica della chiesa Sabaoth di Milano.
Parlando a iFamNews, la Baldassarre ha spiegato che “Il clima per chi difende vita e famiglia non è favorevole in Italia, ma ancor meno lo è in Europa”. Illuminanti a questo proposito le recenti dichiarazioni di Ursula von der Leyen, in merito alle priorità fissate dalla commissione UE da lei presieduta, comprendenti l’obbligo di riconoscere la genitorialità delle coppie omosessuali e la proposta di introdurre il reato contro la discriminazione di genere nei trattati dell’Unione europea. Per non parlare poi del fatto che “i fondi del Recovery Fund sono vincolati a riforme di vario tipo, comprese quelle in favore degli LGBTQ”, ha detto l’europarlamentare.
Dal canto suo, la Boerner Faccio ha infiammato gli animi dei presenti quando ha urlato a squarciagola dal palco che “dovranno tagliarci la lingua per impedirci di non poter proclamare la verità!”, rivendicando in sostanza il diritto di dissentire da quello che si vorrebbe far passare come pensiero unico.
Da notare che la scesa in campo di esponenti protestanti avviene anche in altri paesi, come dimostra il caso della parlamentare finlandese ed ex ministro dell’interno Päivi Räsänen, di cui si fornisce un ampio resoconto in questo sito alla sezione “Notizie dal Nord”.
L’intervento conclusivo è stato quello del noto medico Massimo Gandolfini, il quale ha riaffermato l’impegno degli eredi dei Family Day a ostacolare con ogni mezzo lecito l’offensiva liberticida e anticristiana che parte da un Parlamento compromesso e da un Governo delegittimato.
Riteniamo però che sia psicologicamente e propagandisticamente sbagliato dire e ripetere, com’è accaduto anche in questa manifestazione, che i movimenti pro-famiglia sono e restano contro ogni forma di ”discriminazione”. Il negare alle coppie omosessuali un preteso “diritto alla famiglia” costituisce infatti una giusta discriminazione, nel senso ovvio della parola, che significa distinzione prodotta da un giudizio, non da un pregiudizio.
Mentre la manifestazione romana volgeva al termine, il presidente della Camera, Roberto Fico, annunciava lo slittamento dell’approdo del testo in aula, che sarebbe dovuto avvenire martedì 20 ottobre, a causa dei troppi parlamentari contagiati dal Covid 19 e quindi impossibilitati a prendere parte al voto.
Jacopo Coghe, vice-presidente di Pro Vita e Famiglia, ha affermato in un comunicato-stampa: "Un Parlamento che nei giorni dell'emergenza contagi dimostra di avere certe priorità, esprime chiaramente cosa preferisce e quali difficoltà intende affrontare: quella delle lobby gay e non dei cittadini. Ma è ancor più assurdo che, in questa fase emergenziale, non si possa bloccare una proposta così ideologica e inutile per la società, quale è il Ddl Zan, in quanto la Camera è quasi dimezzata con molti deputati a casa".
Ma allora, si è domandato Coghe, "se parte della Camera è positiva al Covid e un'altra parte in autoisolamento questo Parlamento ha la legittimità democratica? Chiediamo al Presidente della Camera, Roberto Fico, di sapere precisamente quanti contagiati o assenti per coronavirus ci sono e se ritiene la democrazia in questo modo rispettata”.
Anche il Centro Culturale Lepanto alla manifestazione di protesta a piazza del Popolo lo scorso 17 ottobre
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