Il "sanitariamente corretto” continua
In una intervista apparsa sul Financial Times (28-2-2012), la presidente della Commissione Europea (Ursula von der Leyen), ha affermato che "l’Europa deve prepararsi alle prossime possibili pandemie”, perché "stiamo entrando in un’epoca di pandemia permanente” che richiederà una parallela "emergenza sanitaria permanente”.
Questa previsione conferma che l’Unione Europea continuerà ad approfittarsi della pandemia cinese per alimentare quella "panico-endemia” (come giustamente viene chiamata) necessaria per imporre alle nazioni l’esperimento sociale globale del "Grande Azzeramento” ( Great Reset), finalizzato a ottenere i 17 Global Goals previsti dall’O.N.U. per realizzare la "rivoluzione ecologica permanente” (che potremmo chiamare Greta Reset in onore della sua nota paladina).
Il successivo16 marzo, il presidente della Commissione Paneuropea sulla Salute e lo Sviluppo Sostenibile (Mario Monti) ha reso pubblico il documento, intitolato Ripensare la politica: le priorità alla luce delle pandemie (si noti questo plurale), nel quale si propone che gli Stati cedano la loro sovranità in campo sanitario a un organismo europeo capace d’instaurare una politica sanitaria unitaria, guidata da una sorta di comitato tecnico-scientifico europeo.
Nel suo discorso di apertura per la settimana europea dei Parlamenti (22-2-2021), il presidente del Parlamento Europeo (Davide Sassoli, del PD) ha detto che la pandemia è causata dal modello economico capitalistico, il quale organizza attività produttive "inquinanti” e "sfruttatrici della natura” e alimenta stili di vita "borghesi, consumisti e spreconi”, favorendo così le disuguaglianze sociali.
Come nel cielo europeo, così anche sulla terra italiana. Il Consiglio dei Ministri ha confermato o aggravato provvedimenti restrittivi della libertà di movimento e di commercio, sostenendo ch’essi sono necessari per evitare "futuri provvedimenti ancora più stringenti” (Il Tempo, 13-3-2021). Ciò dimostra che il nuovo Governo Draghi continua la disastrosa politica sanitaria ed economica imposta per un anno intero dal precedente Governo Conte. Le sole differenze stanno nella maggiore efficienza esecutiva e nel maggiore coinvolgimento di un Parlamento ormai quasi privo di opposizione al Governo, il che rende quella politica più pericolosa per il bene comune nazionale.
Ormai risulta evidente che la propaganda e l’imposizione del "sanitariamente corretto” continueranno indefinitamente, aggiungendovi l’impegno per la vaccinazione preventiva di massa, la cui gestione è stata affidata a un generale degli Alpini, affinché oggi il vaccino sia "ottimo e abbondante” (come si diceva del rancio nelle caserme) e domani la vaccinazione da facoltativa diventi obbligatoria manu militari.
Pertanto, quello che l’anno scorso avevo chiamato "circo mediatico-sanitario” ormai è diventato "circo mediatico-sanitario-farmaceutico”, con la solita partecipazione straordinaria ecclesiastica. Ma questo circo non diverte nessuno, perché è impegnato in una impresa tipicamente sovversiva: la guerra psicologica rivoluzionaria, finalizzata a imporre un nuovo potere basato sulla paura (fobocrazia), sui fatti compiuti e sulla negazione di ogni possibile alternativa.
Le direttive applicate dalla politica sanitaria governativa
Da oltre un anno, la politica governativa e statale sulla pandemia cinese applica sistematicamente le seguenti direttive di propaganda e di azione.
Suscitare un clima di paura irrazionale, diffuso soprattutto dai mass-media, ad esempio mediante dati epidemici ambigui o parziali o fuorvianti, spesso non documentati (i "casi”, i "contagi”, i "ricoveri”, le "varianti virali”, etc.)
Imporre per decreto inutili o esagerate o assurde restrizioni (come il "distanziamento sociale”), le cui conseguenze inevitabilmente peggioreranno la situazione generale, non solo quella sanitaria ma anche quelle economica, scolastica e psicologica.
Demonizzare coloro che sollevano dubbi sulla vera origine, natura e gravità della pandemia o protestano per le falsità propagandate al riguardo, accusandoli di diffondere "false notizie” e di essere "nemici del popolo”.
Isolare e reprimere coloro che si oppongono alle restrizioni imposte dal potere politico-sanitario, scaricando su questi dissidenti la colpa delle disastrose conseguenze della politica governativa.
Ostacolare le libere relazioni tra le persone e soprattutto le loro libere manifestazioni pubbliche, bollate come "assembramenti”, al fine di vietare le inevitabili contestazioni di massa al Governo, possibilmente da reprimere con l’uso della forza pubblica.
Rinviare il più possibile le elezioni (almeno quelle nazionali) che potrebbero far cadere il Governo e quindi correggere la politica sanitaria statale.
Ostacolare la libertà di culto, non solo quella pubblica (processioni, feste, pellegrinaggi) in quanto "assembramenti all’aperto”, ma anche quella privata (Messe, cerimonie sacramentali, benedizioni), sia nelle chiese che nelle case, in quanto "assembramenti al chiuso”.
Favorire la diffusione capillare della comunicazione telematica, per far arrivare i messaggi governativi a tutte le età e condizioni sociali, ma poi consegnare questa comunicazione in poche mani globaliste, sopprimendo ogni possibilità d’informazione e di mobilitazione dissidente.
Ostacolare le attività delle classi produttive ritenute anti-ecologiche (turismo, industria, artigianato, commercio, agricoltura, allevamento, pesca), costringendole a ridursi ai parametri ("decrescita felice”) imposti dalla rivoluzione ecologica programmata dall’O.N.U., dalla Unione Europea e dalla Sinistra italiana (5 Stelle, PD, Italia viva, Leu).
Ostacolare le attività delle categorie produttive private nazionali lecite (almeno di quelle piccole e medie), in quanto difficili da sottomettere al sistema; il vuoto creato dai fallimenti di queste categorie verrà inevitabilmente riempito dalla economia globalista e da quella criminale (mafie, clandestini, nomadi, etc.), ma controllabili dal sistema.
Illudere le classi produttive che saranno risarcite da "ristori” statali o europei, i quali però aumenteranno il debito pubblico e quindi renderanno necessaria una ulteriore tassazione di quelle classi.
Favorire l’economia cosmopolitica attrezzata a livello telematico-cibernetico, in modo da sostituire le economie non solo familiari ma anche nazionali con le multinazionali svincolate dalle reali esigenze dei concreti consumatori.
Ridurre al massimo le libere attività private dedite alla cura, istruzione e formazione dei giovani (dagli asili nido alle università), in modo che il rapporto educativo umano naturale (docente-discente) sia sostituito da quello cibernetico artificiale (macchina-utente).
Ostacolare al massimo l’uso di denaro contante, non tanto per motivi igienici, quanto per ridurre al minimo i rapporti economici diretti tra le persone ("niente contante, niente contatti”, dice lo slogan) e così controllare l’economia tramite il sistema bancario-assicurativo.
Eludere il varo di un serio programma nazionale anti-epidemico che permetta e faciliti le cure preventive e terapeutiche domiciliari ordinarie, contrapponendovi la vaccinazione di massa presentata come unica soluzione per vincere il virus, la quale da volontaria diventerà obbligatoria.
Imporre una "cittadinanza sanitaria” (dotata di carta d’identità) che conceda i diritti civili solo agl’individui "sanitariamente corretti”, nella prospettiva d’imporre una "cittadinanza ecologica” che conceda i diritti civili solo agl’individui che rispettano i nuovi comandamenti ecologici; i refrattari al rito vaccinale e i miscredenti al mito ecologico saranno emarginati o esclusi dalla società. (Ciò non varrà per migranti e nomadi, che potranno rifiutare ciò che non corrisponde alle loro usanze).
Quando la "transizione ecologica” della società sarà ormai compiuta, la pandemia sparirà, affinché il potere mediatico-sanitario-farmaceutico possa vantarsi di aver salvato l’umanità da un pericolo mortale e l’ecologismo possa presentarsi come la nuova religione redentrice. Infine, dopo aver risanato l’umanità dal virus, si potrà procedere a risanare la Natura dall’umanità.
Le direttive della possibile resistenza alla politica sanitaria governativa
Dato che le sopra elencate direttive governative o statali sono incostituzionali e realizzano una sospensione dello "stato di diritto”, la possibile resistenza a questi abusi dovrà concretizzarsi in alcune direttive strategiche nelle quali impegnare persone, conoscenze, fatiche, tempo, denaro.
Bisogna innanzitutto rifiutare e smentire la menzogna propagandata e la paura diffusa, anche quando esse ci sembrano utili alle nostre comodità; lo disse ieri Solzenicyn per opporsi al passato regime sovietico, lo ripetiamo oggi per opporci all’attuale sistema globalista. Siccome la menzogna-madre di questo sistema è oggi l’ecologismo, bisogna confutarlo nelle sue false idee e combatterloo nelle sue dannose conseguenze.
Poi, bisogna alimentare una seria e capillare informazione di massa, capace di opporre alla menzogna ecologista del "sanitariamente corretto” la verità delle persone, dei fatti e delle cose, analizzate e valutate alla luce dei princìpi e dei valori naturali e cristiani.
Bisogna che le forze educative alimentino una seria e capillare istruzione culturale e formazione morale e religiosa dei giovani, organizzando circoli, corsi, convegni e manifestazioni di ogni tipo, affinché la nuova generazione non diventi vittima delle sperimentazioni antropologiche tentate dall’ONU e dall’UNESCO per creare l’uomo ecologico, ribelle a Dio ma schiavo della Natura.
Bisogna ricuperare la piena libertà di culto e di manifestazione religiosa, impedendo alle autorità d’imporre regole pseudo-sanitarie che offendono la sacralità dei riti e la regolarità dei Sacramenti.
Bisogna ripristinare il diritto di libera circolazione delle persone, delle idee e dei beni, condizione necessaria per rompere la mortifera stasi delle chiusure generalizzate e indiscriminate, anche per rompere il clima di paura artificialmente creato.
Bisogna che le categorie sociali sottoposte a divieti e imposizioni impoverenti, senz’aspettare tardivi o insufficienti risarcimenti statali, si difendano dal fallimento mediante un’auto-riduzione dei pagamenti fiscali – giustificata da recenti sentenze della Magistratura – motivandola con ragioni di necessità economica, non meno grave di quella sanitaria continuamente invocata dal Governo.
Bisogna che le categorie sociali si organizzino per far valere la loro dignità, il loro mestiere e i loro interessi, ripristinando il diritto al lavoro e all’impresa e aggirando sindacati e organizzazioni professionali incapaci di opporsi alle rovinose imposizioni governative.
Bisogna che individui, famiglie e classi riannodino i legami sociali, per impedire l’isolamento, il disgregamento e la perdita della solidarietà sociale che tuttora tiene (insufficientemente) unita, ordinata e pacifica la nazione e lo Stato italiani.
Bisogna che le forze educative e produttive più consapevoli e capaci si alleino alle altre forze sociali rimaste sane, al fine di costituire un comune fronte di resistenza da opporre alla offensiva delle forze malsane (mass-mediatiche, partitiche, burocratiche, finanziarie, farmaceutiche).
A questo scopo, bisogna che la protesta popolare, superando la fase spontanea, locale e settoriale, si organizzi seriamente come resistenza a livello nazionale e si ponga in collaborazione con le analoghe organizzazioni straniere.
Bisogna pure che questa organizzazione si doti di un centro di sorveglianza interna, per evitare di finire pilotata da falsi capi (infiltrati dal Governo) che la deviano su un binario morto, oppure di essere manovrata da agenti provocatori (infiltrati dai servizi segreti o dalla criminalità) che la spingano a compiere gesti insensati, rendendola quindi malvista dalla opinione pubblica e passibile di scioglimento da parte delle autorità.
Conclusione
Già due secoli fa, gli ambienti contro-rivoluzionari europei sostennero che, per evitare di ricadere nel terrore giacobino o nel despotismo napoleonico o nell’anarchia socialista, bisognava che la valentior pars della nazione, gli "ambienti sani”, consapevoli di quanto stava accadendo e desiderosi di reagire, si organizzassero in una forza sociale e politica capace di opporsi alla propaganda ingannevole, alle illusorie promesse, ai ricatti psicologici, alle trame e ai complotti rivoluzionari.
Nella seconda metà del secolo scorso, basandosi sulla dottrina sociale della Chiesa, alcuni illustri cristiani illustrarono le modalità del risanamento culturale, sociale e politico dall’offensiva anticristiana della nostra epoca; i maggiori furono Plinio Corrêa de Oliveira col suo saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (1959) e Jean Ousset col suo saggio L’azione (1972).
La crisi del nostro tempo sarà risolta solo se le forze rimaste sane, risvegliandosi dal torpore o dalla paura o dalla rassegnazione, riusciranno ad unirsi, organizzarsi e imporsi sulle forze della rivoluzione ecologica globale, prima che queste riescano a isolarle, disgregarle e vincerle separatamente. Ancora tutto è possibile, ma non c’è molto tempo; "se non ora, quando?”
Torna agli articoli