Cade il governo Draghi: quando gli allievi superano i maestri dando loro una bella lezione. Ecco il testo quasi integrale del documento degli studenti contro l'appello dei rettori in sostegno di Mario Draghi
Avendo letto l'appello in sostegno di Mario Draghi firmato dal Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Ferruccio Resta, vorremmo cogliere questa occasione per rassicurare tutto il mondo accademico, nonché il popolo italiano nel suo complesso, circa il fatto che
esistono studenti universitari ancora liberi e non allineati alle posizioni filo-governative.
Consapevoli che ciò rappresenti un autentico incubo per quanti hanno lavorato alla trasformazione delle libere istituzioni universitarie in istituti di propaganda del potere, siamo lieti di ribadire che la nostra voce non cesserà di levarsi avverso le ingiustizie perpetrate in questo Paese, e lo farà con particolare vigore quest'oggi, mentre ci rivolgiamo a tutti i Rettori italiani complici della tragedia in corso e sùbito prestatisi all'ennesima pantomima recitata dagli agenti politici contemporanei.
Che non foste affatto dei “magnifici”, ma solo dei codardi e dei lacchè del sovrano, ci è stato fin troppo chiaro allorquando avete imposto agli studenti, e senza fiatare, quello strumento disumano e antiscientifico, quel capolavoro della distopia, quel documento di omologazione e disciplina, quell'abominio denominato Green Pass. Ciò che è accaduto nel corso degli ultimi mesi nei nostri Atenei ha rappresentato una vera infamia per la storia della nostra democrazia, e tuttavia quest'oggi, non-si-sa-bene-come, voi siete riusciti a ricoprirvi ancor più di ridicolo e a scavare un poco più nel profondo la vostra fossa, nella quale vorreste trascinare dentro anche tutti noi, assieme a ciò che resta della cultura in questo Paese. Quel che non avete ancora capito è che non potete farlo. Voi credete seriamente – seriamente – di rappresentare le posizioni dei giovani studenti con i vostri mediocri comunicati? In cuor nostro speriamo che li scriviate senza farvi illusioni, cioè soltanto per manifestare il vostro servilismo agli occhi del governo; questo perché voi – letteralmente – non avete neppure un centesimo della statura morale che occorre per poter essere considerati una guida per le nuove generazioni. Non rappresentate gli studenti nello stesso modo in cui i partiti politici non rappresentano i cittadini, gli ordini professionali i loro iscritti, le confederazioni sindacali i lavoratori italiani. Ferruccio Resta ha scritto della necessità di «restituire la fiducia nel futuro» a noi giovani, ma forse non vi è ancora del tutto chiaro che quel che potrebbe veramente restituirci fiducia, permettendoci di vivere le nostre vite con più serenità e con maggiore ottimismo, è vedervi imputati in un processo penale avente ad oggetto le violazioni dei diritti umani da voi stessi perpetrate. In tal senso saremmo magnanimi, ché non vi lasceremmo affatto soli: sono molti quelli che meritano di subire lo stesso processo per lo stesso capo d'accusa, a partire da quel Mario Draghi così incitato tra le righe del vostro ultimo appello.
Mario Draghi: l'uomo del Britannia, l'impiegato di Goldman Sachs, uno tra i principali artefici dello smantellamento dell'economia italiana, colui il quale distrusse la Grecia e minacciò con le sue lettere un governo italiano legittimamente in carica. Come dimenticare il suo celebre «whatever it takes!», la frase attraverso la quale stava promettendoci che l'Unione Europea avrebbe fatto tutto il necessario per salvare l'euro, cioè per proteggere il principale strumento di oppressione economica e sociale di tutti i popoli europei, e in particolare di quelli mediterranei. Mario Draghi, un uomo profondamente insofferente verso i valori della democrazia e del tutto indifferente alle sorti del nostro popolo, incluse quelle delle fasce più giovani: voi sostenete questo spietato professionista della liquidazione fallimentare con parole come «fatica», «responsabilità». Di quest'ultima in particolare avete fatto un orrore, un tragicomico calembour, un continuum di assurde sciocchezze.
State cercando di trasformare il linguaggio nello stesso identico modo in cui avete trasformato l'istituzione: con la vostra pochezza, con delle scene pietose.
È vero, e probabilmente sarà sempre vero che i giovani hanno bisogno di esempi per poter divenire gli adulti di domani; ma se questo è vero, è giocoforza specificare che non abbiamo alcun bisogno nè di un Mario Draghi, né di stupidi vassalli che provino a convincere gli studenti universitari della bontà dell'operato del peggior presidente del consiglio che si sia mai avuto.
Nei mesi scorsi avreste potuto cogliere l'occasione per posizionarvi dalla parte giusta della storia e per essere ricordati nei secoli avvenire; invece, avete scelto la via dell'omertà e dell'oblio, e un poco ci dispiace di non essere dei santi, di dover ammettere che non ci è dato di poter perdonarvi, di perdonare la vostra ignavia. La vita umana su questa terra non dovrebbe essere nulla più che un fenomeno di misericordia e di bellezza, ma voi l'avete appena trasformata in orrore, di nuovo.
Dovreste amministrare al meglio i luoghi del sapere, della libera ricerca e del dibattito critico in questo Paese, e invece siete solo dei burocrati e dei vigliacchi, e ci fate vergognare tutti, continuamente. Quando finalmente sarà fatta giustizia, riposeremo ed esulteremo tutti con una pace sociale rinnovata e nuova luce nei nostri cuori. Allora accadrà questo: che noi soltanto parleremo, mentre voi ascolterete in silenzio, e comprenderete forse una breve parte di tutto il male che avete causato. Avete perso questa battaglia nel preciso istante in cui avete barattato l'umanità con il calcolo, la dignità dell'uomo con la sua più comoda sopravvivenza. Invero siete a tutti gli effetti degli esempi, e l'esempio che date è proprio e solo l'immagine dell'uomo deviato, tramutato in macchina e consegnato a una vita alienata, che non è vita. In fondo dovremmo esservi grati per averci mostrato così chiaramente quanta ipocrisia serpeggia all'interno del mondo accademico italiano. Come si dice in una famosa scena del film “La meglio gioventù”, se noi siamo il futuro, voi siete «i dinosauri da distruggere».
P. S.
Ferruccio Resta, evidentemente troppo abituato a trattare le aule accademiche come se fossero le sale di una azienda, dimentica che il ruolo dell'Università non è quello di fungere da «ascensore sociale» – ciò che tradisce una visione utilitarista ed economicista, tutta votata al sogno borghese della “carriera” individuale, della emersione del singolo meritevole e del suo smarcamento da una collettività che, per contrasto, deve necessariamente pensarsi mediocre; i nostri atenei sono chiamati a fare dibattito e ricerca, e sono chiamati a farlo non già per appagare le varie aspirazioni individuali, bensì a beneficio dello spirito di tutto un popolo. Questa è la missione dell'Università perché questa è la cultura in sé: sapere e nazione, senza scissioni di sorta – e senza vincoli dall'esterno… Non pretendiamo che Ferruccio Resta possa capirlo. Vorremmo ben dirlo; egli è realmente convinto che l'attuale momento storico sia «positivo, di grande slancio». Diceva sul serio, o sarà stato un abbaglio? Quanto guadagna ogni mese un Rettore universitario? Come può, un ricco, dire qualunque cosa sulle difficoltà di un povero? Una barca senza timone va alla deriva; una università tramutata in avamposto del potere esecutivo non è più una università; e un Rettore con problemi cognitivi dovrebbe avere la possibilità di occuparsene, lasciando il proprio incarico…ai giovani.
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